Nel mio lavoro sulla luce, non ho mai pensato alla luce come oggetto di consumo seriale, ma come espressione per e nei miei lavori artistici: è un'espressione del mio lavoro, resa possibile dall'impiego di tanti materiali riflettenti per strutturare nuove superfici con la luce.
NANDA VIGOIcona di Arredoluce, simbolo di un’epoca e fonte d’ispirazione per tanti prodotti che seguiranno nel tempo, Triennale è forse il progetto più conosciuto di Angelo Lellii. Presentata alla VII Triennale di Milano nel 1947, è una lampada da terra dalla struttura lineare a tre bracci mobili che terminano con tre diffusori colorati in rosso, giallo e blu.
Icona di Arredoluce passata alla storia per essere stata inclusa nella fornitura che l’azienda inviò alla famiglia Kennedy, fu disegnata da Angelo Lelii nei primi anni Cinquanta. È una lampada da tavolo con un paralume smaltato che si alza e si abbassa per regolare l’intensità della luce, che filtra anche dalle decorazioni a forma di stella.
Gli anni tra il 1957 e il 1970 segnano il culmine del sodalizio tra Angelo Lelii e Gio Ponti, probabilmente il più famoso architetto e designer italiano. Di questo rapporto è testimonianza Pavone, scenografica lampada da soffitto dove due cerchi concentrici di sfere illuminanti sono sorretti da una complessa struttura a ogive d’ottone.
Lampada-scultura dal plastico verticalismo, Cobra fu una delle prime lampade a montare un globo calamitato orientabile. disegnata da Angelo Lelii, divenne un classico sia per la forma elegante, che ricorda un’opera di Brancusi, sia per l’abilità tecnica richiesta nel processo di lavorazione.
Lampada da soffitto d’ispirazione botanica, Soffione fu disegnata da Angelo Lelii nel 1963. La sfera illuminante centrale è trattenuta da una struttura in ottone che le conferisce un aspetto compatto e vagamente futuristico.